Un calcio al… futuro (1)

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CAPITOLO 1

Tutto cominciò proprio in una lontana notte del 2004. Erano circa le 3 e davano il Super Bowl se non ricordo male tra i Patriots ed i Panthers. Avevo da qualche tempo cominciato ad apprezzare il football sia per la sua spettacolarità e sia per il suo particolarissimo aspetto tattico.

300px-Pats-Eagles-2007-GiletteStadium Da 7/8 anni già sedevo sulle panchine ed il calcio per me non aveva rivali ma questo football aveva qualcosa di attraente…sentivo che nascondeva qualcosa che poteva essermi utile nella mia esperienza di allenatore…..qualcosa che si sarebbe tramutato quasi in ossessione….qualcosa che avrebbe da lì a poco cambiato il mio modo di vedere il calcio.

Bisogna dire che In quel periodo, tra l’ altro, ero assorbito da continue riflessioni sulla Transizione negativa e positiva e dai ragionamenti sull’ analisi delle due fasi di gioco Offensiva e Difensiva .

Fatta eccezione per l’ Intercetto capii immediatamente che il Football americano non aveva quella fluidità nelle transizioni tipica del Calcio e del Basket e che le due fasi erano addirittura scisse in mini periodi di attacco e difesa durante i quali entravano in campo o solo i giocatori della DIFESA o solo i giocatori dell’ ATTACCO a seconda di quale fase si stava giocando. Questo particolare tattico del football americano mi fece porre questo quesito:

come sarebbe il calcio se avesse questa regola tecnica di suddivisione temporale delle due fasi?

Mi risposi all’ italiana: sarebbe un pastrocchio. Mi immaginai questa caricatura di sport e decisi di abbandonare questa flebile idea.

Solo dopo aver visto un gran Touchdown dei Patriots così, quasi per incanto, feci anche io “Touchdown” ……..

Pensai: se non si può concretamente dividere il calcio in due fasi regolamentari nette e distinte , posso però farlo idealmente, virtualmente immaginando ad ogni transizione il cambio di giocatori che avviene nel Football americano…..

Per concretizzare tutto ciò, era però necessario l’ ausilio di un’ altro punto di vista…non potevo certo pensare di poter creare dei fotogrammi nella mia testa senza confonderli ed analizzarli come se io fossi un pc.

In quel tempo allenavo una squadra di Allievi ed a inizio anno mi presentarono un mio coetaneo che doveva fare esperienza d’ allenatore . Si creò quasi subito sintonia( 4-3-3, pressing ultraoffensivo, mentalità aggressiva- ecc). Gli esposi la mia teoria e lui fu subito interessato:

lavagna si trattava di dividerci le due fasi…nello specifico io avrei curato la Fase Difensiva mentre lui avrebbe curato la Fase Offensiva, io avrei quindi posto la mia attenzione esclusivamente sui movimenti senza palla della mia squadra mentre il mio collaboratore sui movimenti in possesso di palla.

Durante una gara, per rendere meglio l’ idea con un esempio …immaginiamo che la nostra squadra fosse in possesso di palla …in quel momento la mia attenzione era esclusivamente riversata su tutti i giocatori lontani dalla palla e non partecipanti alla fase offensiva…se invece perdevamo il possesso la mia attenzione si faceva massimale su tutti i reparti della squadra con l’ obiettivo di recuperarla velocemente riducendo al minimo i rischi di subire. Al contrario il mio aiutante focalizzava la sua attenzione solo nel momento di recupero del pallone e nel momento di possesso palla mentre distoglieva in caso di transizione negativa ..rimanendo in attesa di un eventuale recupero del pallone.

Questo modo bifocale di” vedere “ il calcio creò nuovi spunti anche nella programmazione dell’ allenamento.

Giacomo Bizzarri

Segue cap 2

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