Lo spirito di squadra (seconda parte)

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La squadra: uno specifico tipo di gruppo che può essere definito come un insieme dinamico costituito da individui che si percepiscono più o meno interdipendenti. La squadra sportiva può essere, pertanto, considerata come un gruppo con rilevanza sia nell’aspetto delle individualità che nell’insieme degli atleti. Le caratteristiche del gruppo-squadra sono a livello individuale la complementarietà, esistenza di uno scopo significativo comune, capacità di risolvere le situazioni in base alle proprie caratteristiche; a livello di gruppo con una visione comune, compenso basato sui successi della squadra (non del singolo), leadership solida e partecipativa. Quali sono i momenti o stadi delle creazione di una squadra. 1. Gli atleti membri familiarizzano, studiano forze e debolezze reciproche, verificano se sono parte del gruppo, identificano il loro ruolo, comparano l’attenzione che il Mister dedica a ciascuno di loro. La strategia di gioco deve coinvolgere tutti, importante ciò che accade fin dal primo allenamento. 2. Gli atleti attuano atteggiamenti di resistenza al Mister, rifiutano il controllo da parte del gruppo, sono in conflitto con le richieste poste; il Mister deve prevenire e attuare un tipo di comunicazione aperta, lo stress deve essere ridotto per ridurre l’ostilità; 3. Gli atleti sostituiscono l’ostilità con cooperazione e solidarietà, elaborano uno spiccato senso di umiltà, sono rivolti alla coesione, nutrono un profondo senso di rispetto per gli altri, avvertono la stabilità dei reciproci ruoli; il gruppo lavora per un obiettivo comune. Il Mister si complimenta per gli sforzi, i miglioramenti e la qualità della performance; 4. Gli atleti incanalano tutti gli sforzi per il successo della squadra, si aiutano reciprocamente; il gruppo è orientato alla performancee predisposto alla vittoria. Il Mister crea un clima di collaborazione, elimina competizione ed aggressività verso i compagni. Si definisce dinamiche di gruppo come l’insieme fluido e mutevole delle interazioni e dei rapporti tra gli atleti di una squadra. Interazione è una relazione prevalentemente regolata da norme, valori, modelli di comportamento a livello di ruoli all’interno di un gruppo, il rapporto di gruppo risponde ad esigenze, è legato alla dinamica dello sport al rifiuto e del conflitto. Tra i membri di una compagine sportiva nasce sia la complementarietà (attrazione degli opposti), quanto la similarità cioè dalla comunanza di valori, atteggiamenti importanti o ideali nell’universo sportivo. Nel gruppo sportivo essa è un dato importante in quanto permette di superare le fasi disgregative o comunque conflittuali che l’attività agonistica determina con il suo carico di ansie e frustrazioni. Il rifiuto o repulsione è una dinamica che non implica ostilità, ma indisponibilità, indifferenza, divergenza ideologica, emotiva, più una serie di che possono portare al contrasto, il conflitto, nella vita del gruppo, e soprattutto della squadra sportiva, in cui esiste sempre un’alta tensione emotiva, è deleterio per i risultati e l’armonia in seno alla squadra. Al verificarsi si assiste in genere a comportamenti quali : * capri espiatori: scaricare l’aggressività su un individuo interno o esterno al gruppo; * aggressività: ostilità competitiva invidiosa tra gli atleti; * silenzi: rifiuto di appartenenza al gruppo; * formazione di sottogruppi, il dissenso all’interno del gruppo genera fenomeni di scissione. * polarizzazione, caratterizzata dal convergere su di un atleta dell’attenzioni degli altri membri della squadra (es. atleta che nella squadra si oppone costantemente all’allenatore, può cumulare una propria motivazione interiore con l’incoraggiamento sotterraneo della squadra, anche se non esplicitato). Al verificarsi di questi fenomeni è importante porre attenzione rimarcando : * socializzazione: il sorgere della relazione di gruppo mediante forme di comunicazione verbale; * teorizzazione: interpretazione con cui viene spiegato agli altri il proprio o il loro modo di reagire e comportarsi nel gruppo; * difesa del gruppo: tacito accordo per non alterare una situazione di equilibrio e di consenso reciproco, con controllo delle ansie

La leadership

Per leadership si intende comunemente una o più persone che, all’interno del gruppo e della squadra, esplicano un’azione polarizzante con un processo di influenza interpersonale, orientato al raggiungimento di particolari obiettivi. Nello sport l’allenatore e il Responsabile svolgono tale ruolo che è influenzato dal proprio “stile” pur mantenendo i medesimi compiti (dirigere, decidere, organizzare, pianificare, istruire, formare, sviluppare, supportare, motivare, valutare). L’allenatore svolge tali compiti nei confronti degli atleti attraverso: · trasmissione e sviluppo delle competenze sportive; · mantenimento di ordine e disciplina; Il Responsabile svolge tali compiti attraverso: · costruzione ed organizzazione del gruppo-squadra ; · pianificazione dei compiti e programmazione delle attività in vista del raggiungimento degli obiettivi prefissati; · supporto sociale e motivazionale. Le caratteristiche per una leadership positiva ed efficace sono: 1. sapere che il proprio ruolo è “servire” e non “essere serviti” 2. creare una cultura in cui tutti si sentano parti importanti dell’organizzazione 3. dare direttive chiare 4. abituarsi ad essere efficaci, con poche parole 5. conoscere la differenza tra intensità ed emotività 6. criticare in privato e lodare in pubblico 7. separare l’errore dalla persona che sbaglia 8. enfatizzare il lavoro di squadra, piuttosto che l’individualità 9. focalizzare il futuro senza trascurare l’immediato 10. accettare critiche e rimproveri Un modello, per meglio comprendere e conoscere la leadership, che viene comunemente applicato, che le caratteristiche del coach, quelle del gruppo-squadra e della situazione vengono ugualmente prese in considerazione; la performance e la soddisfazione dei membri del gruppo sono in funzione del grado di congruenza tra: · comportamento richiesto (dal contesto) · comportamento reale del leader (percezione) · comportamento preferito dal gruppo (desiderato) La leadership di un allenatore e del Responsabile è influenzata dal suo stile decisionale che esprime, tra l’altro, alcuni tratti della sua personalità. I principali stili decisionali secondo : * Autocratico “a”: prende personalmente le decisioni basandosi sulle informazioni ottenibili; * Autocratico “b”: ottiene le informazioni necessarie dai membri e decide da solo; * Consultivo “a”: condivide i problemi con i membri più influenti del gruppo consultandoli individualmente, tiene in considerazione le loro idee e prende da solo le decisioni; * Consultivo “b”: condivide i problemi con tutti i membri riuniti, tiene in considerazione le loro idee e prende da solo le decisioni; * Stile di gruppo: condivide i problemi con il gruppo, lascia che questo generi ed esamini delle soluzioni alternative e giunge a una soluzione consensuale.

La coesione

La coesione del gruppo è determinata dalle forze che agiscono sui membri per farli restare insieme. Consiste nel grado di unione o nella resistenza del gruppo alla problematiche disgrgative, un processo dinamico che riflette la tendenza a stare/lavorare insieme e a rimanere uniti per raggiungere gli obiettivi stabiliti. I fattori che possono influenzare la coesione sono: · ambientali: responsabilità e obblighi dei singoli atleti, pressione sociale, struttura e “cultura” della società, dimensione del gruppo; · personali: caratteristiche di personalità, motivazioni, grado di soddisfazione; · leadership: stile di leadership, comportamento, stile comunicativo e decisionale del leader; · squadra: il successo della squadra poiché vincere stimola la volontà di stare insieme. Le tensioni che insorgono in un gruppo a causa delle ambivalenze, delle difficoltà all’adattamento interpersonale e dei dissensi sui fini e sui mezzi, creano un tasso di ostilità che minaccia la coesione e l’esistenza stessa di qualsiasi unione. Quando tali tensioni, rimangono latenti, è perché vengono dominate attraverso meccanismi difensivi che ne inibiscono la tendenza disgregatrice accentuando il processo inverso di coesione. Esistono, pertanto, diversi tipi di coesione: 1. coesione difensiva: tipica dinamica di qualsiasi squadra sportiva che nasce dalla proiezione dell’aggressività interna all’esterno, su una squadra sentita come minacciante; questa dinamica difensiva porta la squadra ad assumere connotazioni caratterizzate da estrema suggestionabilità dei suoi membri, insicurezza, dipendenza dal leader carismatico, atteggiamenti magici, paure irrazionali, ecc; 2. coesione istituzionalizzata: il conflitto interno viene superato codificandolo attraverso un sistema di norme. Le tensioni dei singoli vengono accettate e giustificate sulla base del diverso status che ciascuno compete nell’ambito della squadra. In tale dinamica, tipica delle organizzazioni societarie, le modalità del conflitto sono così controllate, ognuno rimane nei limiti del ruolo nel gruppo; 3. coesione cooperativa: questa dinamica risolve la minaccia disgregativa sul gruppo non attraverso la rimozione o inibizione della aggressività interna, né mediante la negazione o il disimpegno di fronte all’insuccesso, alla frustrazione ed allo stress, ma attraverso la presa di coscienza e l’analisi delle difficoltà. Una squadra sviluppa tale tipo di coesione quando gli atleti subordinano gli obiettivi personali allo scopo del gruppo, all’accettazione della realtà, al desiderio di superare i problemi, all’impegno per cambiamenti comportamentali in funzione delle norme di gruppo. Tale dinamica ha anche un significato educativo perché sviluppa la disponibilità degli atleti ad un continuo adattamento attraverso una relazione di tipo cooperativo. L’adesione cooperativa è sicuramente uno degli aspetti positivi del rapporto di gruppo in quanto esprime il massimo coinvolgimento degli atleti e mette in subordine l’aspetto personale rispetto alle esigenze della squadra. Effetti della coesione. Gli effetti principali sono: · impegno; · stabilità; · resistenza agli eventi negativi; · prestazione; · risultato. Tale strumento può aiutare a quantificare la struttura relazionale di un gruppo; gli obiettivi sono la definizione e valutazione della struttura sociale e delle dinamiche di gruppo (leaders, “isolati”, “rifiutati”, reciprocità, coesione). La metodologia è caratterizzata dal rilevamento di scelte e/o rifiuti reciproci tra i membri del gruppo in base a valutazione “affettivo-emotive” o “centrate sul compito”. Come aumentare la coesione? Verranno adesso elencate alcune tecniche utili nell’incrementare la coesione di un gruppo che possono essere praticate da un personale esperto, qualificato e specializzato. E’ doveroso, però, evidenziare che, a prescindere dalla metodologia prescelta, può aumentare la coesione di un gruppo solo chi possiede tale concetto (coesione) al proprio interno ed utilizza quotidianamente tale valore come parte integrante della propria persona. Essendo la coesione uno stile di vita, più che un semplice aspetto sociologico, è alquanto difficile che un professionista, anche tecnicamente preparato, ma che non possieda questo stile, possa “tirar fuori” in un insieme di altri individui ciò che personalmente non ha. Le tecniche (alcune appartenenti all’insieme delle psicoterapie) che possono favorire l’aumento della coesione di gruppo sono: 1. Il T-Group (training group): si tratta di un tipo di esperienza che è stata progettata per rendere la persona più sensibile al proprio ed all’altrui comportamento nelle sue motivazioni consce ed inconsce, nonché ai modi in cui tale condotta viene percepita ed influenzata dal gruppo. Il T-group permette quindi di apprendere e sperimentalmente, attraverso l’analisi delle esperienze individuali e di gruppo, la natura dei propri sentimenti, reazioni, percezioni e comportamenti. 2. Gruppi Autoeducativi: l’intera squadra, o sottogruppi di essa, possono essere utilizzati dallo psicologo, come dal tecnico, per migliorare la cooperazione e la risoluzione dei problemi individuali e collettivi, di relazione o tecnici; · gruppo di discussione: è un gruppo in cui gli atleti discutono un problema generale riguardante in misura diversa i partecipanti. · gruppo di orientamento: è un metodo efficace nell’ambito del gruppo per aiutare gli individui ad orientare la propria attività sportiva. · gruppo di consiglio: si costituisce quando i membri della squadra tentano di risolvere, mediante discussione di gruppo, i problemi personali di qualche membro. 3. Tecniche di Drammatizzazione: · Lo psicodramma: in questo gioco teatrale la persona è sollecitata ad improvvisare scene di vita vissuta, capaci di rivelare il più possibile di se stessa. L’azione scenica permette una presa di coscienza degli aspetti coartanti del proprio comportamento, il superamento delle difficoltà interpersonali e l’emergenza di potenzialità affettive inibite nella vita di relazione. · Il sociodramma: mentre lo psicodramma riguarda un problema in cui un singolo individuo, o un gruppo di individui, è coinvolto privatamente, il sociodramma invece riguarda problemi in cui viene in primo piano l’aspetto collettivo, mentre il rapporto privato del singolo resta nell’ombra. E’ il gruppo intero che dà vita ad una azione scenica collettiva che permette la comprensione, per proiezione, di problemi interni ed esterni al gruppo, con il superamento di tensioni, inibizioni, conflitti, nonché una maggiore integrazione tra i membri del gruppo ed una loro maggiore sicurezza verso l’ambiente esterno. · Il gioco del ruolo: E’ richiesto al soggetto di improvvisare un ruolo sociale di fronte ad un antagonista che ne gioca uno complementare. In questo tipo di drammatizzazione gli individui verificano (vivendola ed analizzandola) la frattura tra il voler essere e l’essere di fatto, fra la percezione immaginata della realtà e situazione affettiva. Ciò attraverso una immedesimazione nei modi psicologici che sono alla base di atteggiamenti peculiari dei ruoli sociali. 4. La Terapia della Gestalt (Perls, Schultz, Gunter): è orientata a determinare nell’individuo e nel gruppo una ricca esperienza emozionale attraverso tecniche verbali e non verbali. Essa tende a negare il valore dell’inconscio, del passato, del futuro, della rimozione, e a dare notevole importanza al “sentire”, alla “consapevolezza” del “qui ed ora”, alla svalutazione della razionalità. 5. I Gruppi Bioenergetici (Lowen): la tecnica bioenergetica è un approccio ai problemi della personalità umana attraverso la partecipazione diretta del corpo al processo di analisi. Il corpo, sostiene Lowen, come aveva scoperto Reich, somatizza sotto forma di difese caratteriali (corazza caratteriale: Reich) le difficoltà psicologiche. 6. Gruppi Tematici (Cohn): sono organizzati su dieci sedute e sulla partecipazione attiva ed impegnata dei membri. Tali gruppi si propongono l’approfondimento di particolari temi che costituiscono una “impasse” esistenziale per gli individui (es. la solitudine, l’aggressività, la paura, le mete della vita, la morte, ecc.). I segni della coesione/unità del gruppo: 1. la coesione/unità è percepita da tutti i membri, a prescindere dal ruolo, anche da chi viene a contatto solo sporadicamente col gruppo (tutti avvertono “qualcosa di particolare” nell’aria); 2. interrogati singolarmente, i membri dimostrano di avere le stesse convinzioni sul concetto di gruppo; 3. la coesione/unità esiste anche a “distanza”; pertanto, si verificano episodi in cui alcuni membri hanno fatto/pensato qualcosa contemporaneamente ad altri, pur trovandosi a centinaia di Km di distanza gli uni dagli altri; 4. ogni membro è disposto a “sacrificare” qualcosa di personale per uno o più componenti del gruppo; 5. gli obiettivi sono condivisi da tutto il gruppo; 6. pur essendoci fisicamente un leader, la vera leadership è la coesione/unità stessa del gruppo; ad essa il leader fa continuo riferimento; 7. più che la maggioranza, il gruppo, spontaneamente, sceglie l’unanimità nelle decisioni. Ciò è possibile grazie al punto 4; 8. la coesione/unità non respinge, ma attrae; pertanto sempre più persone sentono l’esigenza di avvicinarsi al gruppo per condividerne lo stile di comportamento; 9. la coesione/unità del gruppo è vincente; le squadre che la possiedono arrivano molto lontano; 10. la coesione/unità del gruppo è per sempre; anche quando l’esperienza di gruppo finisce, ogni membro capisce di aver scolpito ogni attimo di essa “nella memoria” e che, intimamente, una piccola parte di quella esperienza è ancora viva dentro di sé. Nasce l’esigenza di “portala” altrove….. Luca Papini

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