La somministrazione dei test atletici nell’ambito del calcio

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(prima parte)

Non è raro sentire discutere allenatori, preparatori e dirigenti su “cali di condizione” della propria squadra, di “scarsa brillantezza a causa di carichi di lavori troppo elevati”, accuse di “non arrivare mai primi sulla palla” o altri giudizi sulla condizione atletica dei giocatori basati su quanto accade in campo.

Sono tutte considerazioni che non tengono in considerazione delle molteplici varianti che stanno alla base di una prestazione atletica condizionata dagli aspetti tecnici, tattici e psicologici. Quindi, agli occhi di un osservatore esterno è difficile ipotizzare l’entità della prestazione atletica senza avere dati precisi ottenuti da test appropriati; basti pensare a cosa possa accadere ad una squadra perfettamente preparata dal punto di vista atletico che però entra in campo scarsamente motivata.

Affinché un test possa considerarsi utile ed efficace per la valutazione atletica del calciatore è necessario che soddisfi determinati criteri che spaziano dalla statistica (validità, oggettività, ecc.) alla fisiologia (cioè indaghino le qualità che servono al calciatore); non a caso sono pochi i test che nel corso degli anni hanno ricevuto “consenso scientifico” per la valutazione del calciatore. Di seguito esamineremo in breve (e in maniera particolarmente sintetica) quelli che sono i “requisiti” che deve avere un test e nel prossimo articolo andremo ad elencare quelli maggiormente efficaci.

REQUISITI STATISTICI

In statistica ogni parola utilizzata ha un determinato significato e un determinato “peso”, per questo motivo rappresenta l’aspetto più preciso e delicato della valutazione. Di seguito riportiamo una semplificazione degli elementi da considerare quando si analizzano i dati di un test:

  • Validità: rappresenta la “correlazione” (se è “0” la correlazione è nulla, se è “1” la correlazione è massima) con le qualità indagate durante la gara (match analisys). In altre parole, se un determinato test (ad esempio il Test di Cooper) ha delle buone correlazioni (per esempio 0.7 o 0.8) con i “metri percorsi ad alta intensità in partita”, significa che è un test che “fotografa” in maniera significativa le qualità che un calciatore esprime in gara ed è quindi un test “valido”.
  • Attendibilità: rappresenta la “ripetibilità” di un test, cioè la probabilità di ottenere lo stesso risultato nelle stesse condizioni di somministrazione (solitamente dopo 48 ore). In altre parole, se un test a breve distanza di tempo fornisce risultati diversi significa che non è “attendibile”; l’esempio classico è per tutti quei test tecnici che prendono in considerazione l’uso della palla e sono sottoposti ad un numero eccessivo di variabili (condizioni del campo, stato di attivazione, ecc.) e quindi non possono essere considerati “attendibili”; stesse considerazioni possono essere fatte per test che utilizzano superfici diverse (terra, sintetico, asfalto, tartan).
  • Obiettività: la capacità di un test di fornire gli stessi risultati, nelle stesse condizioni, ma da operatori diversi. Ad esempio un test di velocità sui 10m con cronometraggio manuale (cioè usando il cronometro a mano) darà risultati diversi in base al soggetto (e alla sua prontezza di riflessi) che effettua la misurazione; in questo caso, il cronometraggio manuale non è da considerarsi “Obiettivo”.

Considerazioni importanti: in molti sport è difficile trovare test che rispondono a tutti i criteri elencati sopra (nel calcio sono molto pochi, come lo Yo-Yo Intermittent Recovery test), quindi a volte è sufficiente che il test rispetti i criteri di “Attendibilità” e “Obiettività” (la “Validità” è più difficile da ottenere) e indaghi comunque qualità importanti nella disciplina (come può essere il test dei 10-30m con fotocellule che valuta l’accelerazione/velocità).

REQUISITI PRATICI

  • Sensibilità: un test può definirsi “sensibile”, quando è in grado di monitorare il cambiamento di forma durante l’anno in maniera evidente e percepire la differenza tra atleti di livello diverso. Dal punto di vista pratico non è “sensibile” un test che dall’inizio alla fine della preparazione dia cambiamenti inferiori all’1% della condizione di forma (perché questa varia in maniera più marcata) o che non rileva differenze tra atleti professionisti e dilettanti.
  • Economicità: non tutte le società sono in grado di permettersi apparecchiature di valutazione costose, quindi è importante la ricerca e lo studio di test semplici ed economici.

Quali test scegliere: ma come comportarsi, dal punto di vista pratico, di fronte ad una vastità di test che oggi vengono proposti? Un test è da considerarsi utile quando (oltre a rispettare i REQUISITI elencati sopra):

1) Ha correlazione (“validità”) con le qualità di gara (dati match analisys) o con qualità fondamentali nel gioco del calcio (accelerazione, Potenza Aerobica, agilità, ecc.)

oppure

2) È in grado di fornire indicazioni importanti per stabilire i ritmi da tenere in allenamento (come i test sui 2000-3000m o per la Forza massima)

oppure

3) È in grado di indagare qualità biologiche (test del sangue), qualità anatomiche (test antropometrici o posturali) o qualità fisiologiche (consumo di ossigeno, frequenza cardiaca, ecc.) importanti per valutare l’attitudine/talento, stato di crescita e rischio di infortuni del calciatore.

Condizioni essenziali prima di somministrare test:

1) Lontano dai pasti (almeno 3 ore)

2) Condizioni di massima forma (48 h lontano da sforzi impegnativi) e ben idratati

3) Riscaldamento adeguato

4) Dieta mista ed equilibrata nei giorni che precedono il test. Non assumere caffeina.

5) Padronanza tecnica del test di chi lo somministra e di chi lo esegue (per alcuni protocolli è necessario far eseguire diverse prove in diversi giorni prima di effettuare quella definitiva).

7) Effettuare test nelle stesse ore del giorno e con lo stesso livello di motivazione.

8) Assicurarsi che le qualità dei terreni e del clima non vadano ad influenzare la prestazione del test.

Condizioni essenziali per l’analisi dei dati:

L’analisi dei dati è da effettuare da personale in grado di avere un minimo di conoscenza statistica, soprattutto quando si confrontano gruppi diversi o lo stesso gruppo in momenti diversi dell’anno.

CONCLUSIONI

Con questo articolo speriamo di aver dato indicazioni interessanti (la statistica rappresenta comunque una scienza particolarmente complessa che non può essere trattata in un solo articolo) a preparatori atletici e ai vari addetti al calcio su quelli che devono essere i criteri che stanno alla base della somministrazione dei test nel calcio. Ovviamente di ogni test sono da seguire attentamente le “istruzioni” e le “evidenze scientifiche” presenti in bibliografia internazionale (preferire pubmed come motore di ricerca). Nei prossimi articoli andremo ad analizzare i test che, per i requisiti elencati sopra, possono considerarsi interessanti nell’ambito del calcio.

 

Autore: Melli Luca allenatore settore giovanile Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

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