Caratteristiche e doti di un osservatore – analista tattico

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Si comprende bene che per essere un buon tattico, in grado di saper rendere l’idea dell’andamento di una gara di calcio, occorre avere un certo grado di preparazione, esperienza e capacità interpretative.

Ricordiamoci che per essere un buon analista non è sufficiente guardare ma è fondamentale osservare, far propri dei dati, analizzarli, per poi creare un output utile alla causa da trasmettere all’allenatore e ai giocatori.
Non sottovalutiamo inoltre l’utilizzo dei media, della tecnologia, che permettono di consultare banche dati, procacciare informazioni, reperire notizie e presentarsi alla gara da visionare già preparati su più di qualche elemento utile per l’imminente lavoro da intraprendere.

Oltre alla capacità di reperire informazioni, stiliamo un elenco di caratteristiche e doti che un collaboratore tecnico che si dedica all’analisi, deve possedere:

  • La conoscenza del gioco del calcio. E’ la base da cui si deve partire. Occorre saper distinguere un sistema di gioco da un altro e soprattutto conoscerne le caratteristiche positive e negative dell’uno contrapposto all’altro.
  • L’intelligenza e l’elasticità mentale. Essenziali per l’analisi qualitativa, ovvero il comprendere il rapporto causa-effetto degli eventi che si succedono durante una gara.
  • L’intuizione: osservando si va oltre a ciò che si vede. Vi possono essere situazioni difficili da leggere che devono essere per forza interpretate.
  • Capacità di autocritica. A volte è strettamente necessario non inorgoglirsi su dei propri concetti delineati ma avere la capacità di rivederli per non mutare gli aspetti reali.
  • Capacità di proiezione. Immaginare i comportamenti della squadra osservata e le caratteristiche dei suoi giocatori contrapposta alla nostra.
  • Il vissuto. E’ una caratteristica che accomuna la maggior parte degli addetti ai lavori che ricopre questo ruolo. Il vissuto va inteso come qualità dell’esperienza e non come età anagrafica, ben inteso.
  • Capacità mnemonica. La memoria è un elemento imprescindibile, permette di ricordare e fissare i dati selezionati, e gli aspetti della gara non previsti e quindi… …inaspettati e potenzialmente sfuggevoli.
  • L’imparzialità di giudizio. E’ importante in quanto, in ambito di analisi di atleti o squadre, si rischia di creare degli alibi negativi per i giocatori stessi o per eventuali scelte tattiche o strategiche future:
    “qualunque cosa fatta da quel giocatore è corretta!”
    “Qualunque cosa fatta da quel giocatore è sbagliata!” (stigmatizzazione).
  • La lucidità: come in tutti i lavori, anche in questo è necessario essere al 100% delle proprie facoltà psico-fisiche in quanto l’osservazione della performance può essere seriamente compromessa da:
    • memoria sovraccarica;
    • influenze esterne;
    • effetto “abbaglio”;
    • superficialità;
    • “chiavi” di lettura scelte in modo sbagliato.

 

Tratto dal libro: “Studiare gli avversari… e se stessi – Migliorare la prestazione con la Match Analysis”

Autore: Claudio Damiani; Editore: www.allenatore.net (2014)

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