Riscaldamento tecnico per prima squadra: trasmissione della palla

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L’articolo odierno riguarda un riscaldamento tecnico per le prime squadre (e non solo), finalizzato al miglioramento della precisione del passaggio di prima intenzione.

A livello dilettantistico c’è la credenza comune che sia difficile far migliorare la precisione dei gesti; se in parte è vero, è anche da considerare che malgrado sia “difficile”, non è “impossibile”, e riuscire a perfezionare (o colmare lacune) alcune abilità può avere un peso nell’andamento finale del campionato. Provate a chiedere a chi è riuscito a migliorare la propria tecnica in età avanzata e vi confermerà quanto scritto sopra.

Ma per lavorare nella maniera migliore (ottimizzando il tempo a disposizione) è fondamentale sapere quali sono i dettagli (non solo gli esercizi) per ottenere il massimo dalle strutture con finalità tecnica.

Partendo dal presupposto che solitamente vengono fatte nel riscaldamento, è importante capire come questi possano aiutare principalmente a colmare lacune tecniche (esempio scarsa precisione), o comprendere gesti nuovi (come le finte). Infatti, alcune delle maggiori lacune a livello dilettantistico, sono prorpio l’utilizzo del piede debole e l’incapacità di saltare l’avversario.

Prima di andare a vedere l’esercitazione odierna, mi preme fare alcune raccomandazioni affinchè questo tipo di mezzi diventi il più possibile allenante e fare la differenza nel medio-lungo termine.

Prerequisiti di un riscaldamento tecnico effettuato correttamente

Questi sono fondamentali affinché l’impatto allenante sia il più efficace possibile; li vediamo riassunti nell’immagine sotto e spiegati di seguito.

Riscaldamento tecnico calcio con palla
  • L’impegno mentale deve essere medio-alto: se è possibile attendersi che i primi minuti vengano fatti in maniera un po’ “letargica” (è normale), non deve essere così per il resto dell’esercitazione. A livello dilettantistico i giocatori tendono a considerare il riscaldamento con molta leggerezza; per questo tipo di esercitazioni non deve essere così se si vuole che abbiano un impatto allenante. I riscaldamenti su “doppia fila” servono veramente poco (a mio parere sono tempo perso)…provate a vedere come si scaldano gli ultimi delle “file” e capirete il motivo.
  • L’impegno fisico e tecnico deve essere crescente durante tutto il riscaldamento; è possibile inserire movimenti di allungamento funzionale tra una ripetizione e l’altra. La parte finale deve comprendere (al di fuori della struttura utilizzata con la palla) una componente coordinativa ad alta intensità tale da rendere i giocatori pronti per l’allenamento.
  • Affinchè l’intensità sia adeguata, si deve far capire ai giocatori l’importanza di questi mezzi allenanti; il mister in primis deve dare questo segnale, anche se l’esercitazione è proposta da un collaboratore o da un preparatore. I feedback positivi (cioè sottolineare l’impegno e la precisione) devono essere preponderanti rispetto a quelli negativi (correzioni); mi spiego meglio: se non tutto il gruppo svolge l’esercizio con la giusta intensità, è preferibile (anche se non sempre) elogiare la serietà di chi si impegna adeguatamente piuttosto che chi lo effettua in maniera svogliata…ciò porterà tutti ad avere la giusta attitudine.  Ricordatevi che l’emotività è la molla che fa scaturire la motivazione, quindi anche esaltare alcune “giocate difficili” all’interno del riscaldamento incrementa il livello di attenzione.
  • Ad eccezione delle primissime ripetizioni, queste esercitazioni devono comprendere uno o più elementi di elevata difficoltà tecnica (per avere un’incidenza sula curva dell’apprendimento), altrimenti non servono a nulla. L’utilizzo del piede debole, l’obbligo di giocare ad un tocco, la richiesta di un’elevata velocità esecutiva, l’elevata densità di giocate, sono solamente alcune delle variabili che possono rendere adeguatamente impegnativa un’esercitazione. Questo tende anche a motivare maggiormente i giocatori.

Struttura esercitativa per la trasmissione ad un tocco: istruzioni per l’uso

La struttura di base prevede 8 giocatori, 2 palloni e un quadrato di 14-15m di lato (vedi figura sotto); l’idea l’ho presa da questo articolo scritto da Rosario Ligato.

Tecnica riscaldamento

Ognuno dei giocatori all’interno del quadrato (rossi) dovrà seguire una palla in senso antiorario; i blu invece dovranno andare nell’angolo successivo (seguendo sempre il senso antiorario) dopo aver passato la palla. I rossi dovranno alternare un passaggio a triangolo (o a muro), ad un passaggio al vertice successivo. Ma vediamo meglio nella prossima immagine.

Tecnica riscaldamento 1

Come vedete nell’immagine, la prima sequenza di 3 passaggi (linee tratteggiate) prevede una triangolazione tra il giocatore all’esterno con palla (blu) e quello interno (rosso); dopo aver effettuato il passaggio, il blu va dietro al giocatore del cinesino successivo (seguendo il giro antiorario).

Tecnica riscaldamento 2

Nei passaggi successivi invece (4 e 5) i rossi passeranno direttamente la palla all’angolo successivo del quadrato; i blu dopo aver passato la palla andranno sempre sull’angolo successivo.

In altre parole, i rossi dovranno alternare un passaggio a triangolo (1,2 e 3 nella prima immagine) ad uno diretto (4 e 5 della seconda immagine), mentre i blu dovranno seguire il senso della palla.

Si continua in questo modo fino alla fine della ripetizione.

Nei primi 2 minuti si potrà lasciare il numero di tocchi liberi affinchè tutti possano comprendere l’esercizio; successivamente si metterà la regola di giocare tutti ad un tocco. Vedrete che in questo modo incrementerà la difficoltà e ci potranno essere più errori.

Le varianti iniziali saranno quelle di cambiare i giocatori al centro del quadrato (idealmente ogni minuto) ed invertire il senso della palla (da antiorario ad orario).

Attenzione: in questa prima fase accadrà che, anche giocando ad un tocco, la maggior parte dei giocatori farà spontaneamente di tutto per utilizzare il piede forte. La conseguenza sarà che anche quando ad “aprire” sarà più logico usare il debole, loro useranno il forte, dando un giro alla palla (che non ruoterà solo sull’asse trasverso) che potrà poi rendere meno preciso il passaggio successivo del compagno. Qui sta alla sensibilità di chi propone l’esercitazione a dare feedback positivi a chi si sforza di usare il piede corretto che permette il passaggio ad aprire, e correggendo quelli che per “pigrizia” si ostinano ad utilizzare il piede preferito anche quando sarebbe preferibile l’altro; è un concetto importante, altrimenti l’esercitazione riduce il suo effetto allenante.

Variante 1

La prima macro-variante prevede che il giocatore blu, appena passata la palla al rosso, dica “SOLO” o “UOMO”.

Tecnica riscaldamento 3

Come vedete nella parte a destra dell’immagine sopra, quando il blu dice “uomo”, il giocatore rosso dovrà ripassargliela; sarà poi il blu a trasmettere la palla all’angolo successivo (passaggi 1, 2 e 3). Se il blu dirà invece “solo” (lato sinistro della figura), sarà il rosso a dover far arrivare la palla all’angolo successivo (passaggi A e B). Rimane la regola di giocare tutti ad 1 tocco.

Anche in questa macro-variante, si dovranno alternare i giocatori all’interno del quadrato e si invertirà il giro della palla (da antiorario ad orario).

Importante: può sembrare che questa variante sia “impegnativa” solo per i giocatori rossi al centro del quadrato. In parte è vero, perché dovranno toccare veramente tanti palloni nella ripetizione di 1’, ma è da considerare che (proprio per questo) i loro passaggi saranno imprecisi. Di conseguenza vedrete che per i blu non sarà così facile usare un tocco; sarà quindi fondamentale che i blu rimangano in movimento, con una base di appoggio abbastanza larga per rimanere reattivi nella ricezione del passaggio…cioè l’atteggiamento che devono avere in partita.

Variante 2

In quest’ultima variante sarà sempre il giocatore blu a decidere il tipo di giocata; accanto alle opzioni “UOMO” e “SOLO” viste nella precedente variante, c’è anche una terza variabile che è la “triangolazione” (vedi lato sinistro dell’immagine sotto).

Tecnica riscaldamento 4

Se nelle prime 2 opzioni indicate precedentemente (“SOLO” e “UOMO”) il blu dovrà indicare a voce cosa fare al rosso, in questa non deve dire nulla; non a caso, durante la partita, quando si triangola con un compagno (dai e vai), si comunica solamente con il movimento. Riassumendo, le opzioni di questa variante sono 3:

  • Il blu dice “uomo”: il rosso restituisce palla
  • Il blu dice “solo”: il rosso passa la palla al blu successivo
  • Il blu non dice nulla e fa il movimento per ricevere il triangolo: il rosso dà la palla sulla corsa del blu.

Un’ultima micro-variante che di solito utilizzo (oltre al cambiare giocatori al centro e giro orario/antiorario) è quella di provare ad effettuare tutta l’esercitazione con il piede debole. Questa opzione è molto motivante perché incrementa la difficoltà dell’esercitazione, presupposto necessario per migliorare le condizioni che determinano l’apprendimento. Solitamente per introdurre questa micro-variante chiedo: “ce la facciamo ad usare solo il piede debole?

Come adattare la struttura al numero di giocatori

Se abbiamo visto come 8 (2 rossi e 6 blu) sia il numero ideale, è evidente che non si hanno sempre a disposizione il numero di effettivi contati; è quindi necessario sapersi adattare. Ad esempio, nella stessa struttura si possono allenare anche 9 o 10 giocatori (i rossi rimarrebbero sempre in 2).

In alternativa, si possono utilizzare anche solo 6 giocatori (1 rosso e 5 blu) con 1 pallone; in quest’ultimo caso, sarebbe bene ridurre le dimensioni del quadrato (anche 10x10m) per velocizzare le giocate. Inoltre è da richiedere massima precisione affichè ci sia un buon effetto allenante, visto che la densità delle giocate (per giocatore) sarà inferiore.

Quali le altre soluzioni per il riscaldamento?

Prima di vedere le altre soluzioni che si possono usare nella fase di riscaldamento (detta anche “attivazione”), mi preme indicare come nelle pause tra le varie ripetizioni sia fondamentale inserire esercitazioni di allungamento o forza funzionale; questo per allungare la muscolatura ai range più estremi dei movimenti utilizzati nel calcio, al fine di ridurre il rischio di infortuni durante la seduta. Non è solo “fare stretching”, ma allungare e tonificare le catene cinetiche agli angoli più critici della disciplina (in particolar modo adduttori, posteriori della coscia e flessori dell’anca); non solo, sarà importante anche lavorare sulla tonificazione di quei muscoli (come i glutei) la cui attivazione è fondamentale per ridurre il rischio di infortuni e massimizzare la performance. Per chi vuole approfondire l’argomento, potete leggere il nostro articolo sulla prevenzione infortuni nel calcio.

La parte finale del riscaldamento deve poi prevedere azioni coordinative di una certa intensità al fine di preparare al meglio il giocatore per la fase successiva dell’allenamento.

I 2 elementi sopra citati (allungamento funzionale + azioni intense) devono essere sempre presenti, qualsiasi riscaldamento venga fatto.

Sotto vediamo altre soluzioni:

  • La partitella con le mani (e poi con i piedi) è sicuramente l’opzione preferita dai giocatori; nel nostro articolo dedicato al riscaldamento divertente trovate tanti esempi. L’importante, nel caso in cui si introduca anche una parte con i piedi, è che le dimensioni del campo siano abbastanza ridotte e che sia limitato (a 3) il numero di tocchi.
  • Il riscaldamento coordinativo è uno dei miei preferiti per la riduzione del rischio di infortuni e per il miglioramento della coordinazione; quest’ultima è un presupposto fondamentale per la tecnica, per le qualità aerobiche e quelle neuromuscolari.

Altro aspetto da considerare è che bisogna ridurre il più possibile il rischio di monotonia, sia durante la seduta che nel riscaldamento; questo è essenziale non solamente per un fatto motivazionale, ma anche perché la mancata varietà di stimoli riduce i processi di apprendimento di nuove nozioni, e di conseguenza il potenziale prestativo del calciatore (Bosch 2021).

Conclusioni

Nei settori dilettantistici, il riscaldamento è una delle poche opportunità per lavorare sulla tecnica analitica; di questo tipo di esercitazioni ne trae vantaggio l’apprendimento di gesti complessi o la riduzione di lacune esistenti. Per questo motivo, la difficoltà tecnica deve incrementare progressivamente durante l’attivazione al fine di facilitare i processi di comprensione motoria dei vari gesti e delle varie situazioni tecniche.

Ad esempio, nei dilettanti molti giocatori presentano lacune importanti del piede “non dominante” limitando spesso le giocate o le posizioni che possono occupare in campo; provate a pensare se un buon esterno avesse le stesse abilità con entrambi i piedi.

Il miglioramento tecnico diventa quindi più di un “marginal gains” per aiutare a migliorare i propri giocatori; farli correre intorno al campo (o il solito riscaldamento su doppia fila) serve a ben poco!

Nell’ultimo capitolo abbiamo poi visto altre soluzioni (riscaldamento coordinativo e partitella con mani/piedi) che possono essere inserite sia per variare continuamente gli stimoli che per lavorare su lacune, non solo tecniche, che si possono incontrare durante la stagione (come l’aumento di infortuni).

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Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico ASD Monticelli Terme, istruttore Scuola Calcio MT1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

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