Guida della palla situazionale nei Primi Calci

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Oggi gli studi sulle neuroscienze ci hanno insegnato molti aspetti da cui prendere spunto per il miglioramento della tecnica in contesto di situazione; ad esempio, è stato visto come i neuroni attivati durante la flessione del dito, quando si cerca di afferrare qualcosa, non sono gli stessi di quando fletto il dito per grattarmi (Albertini 2019); in entrambi i casi si flette il dito, ma visto che lo scopo è diverso, non si attivano gli stessi neuroni.

Cosa significa questo se applicato nel contesto dell’apprendimento della tecnica calcistica?

Vuol dire che se io guido la palla tra i conetti, non mi farà imparare a condurla nello spazio di gioco durante una partita!

A dire la verità, anch’io all’inizio ho fatto fatica a “digerire” questo concetto, ma mi ha comunque aiutato a comprendere alcuni errori metodologici fatti nella prima parte della mia carriera di istruttore, quando dedicavo diverso tempo all’apprendimento dei gesti tecnici in modalità troppo diversa da quella situazionale.

Attenzione, non vuol dire che gli esercizi di natura analitica non siano utili, ma lo sono prevalentemente per apprendere nuovi movimenti o per colmare lacune; non a caso, anche la didattica di Horst Wein (considerata come punto di riferimento) utilizza i mezzi analitici solo per aumentare la densità di un determinato stimolo necessario per riuscire affrontare una situazione di gioco.

Faccio un semplice esempio riferito proprio alla scuola calcio: uno degli elementi tecnici che difficilmente apprendono spontaneamente, è lo stop orientato con il piede debole. L’istintività, se non si ha una buona proprietà tecnica del gesto, porta ad utilizzare l’esterno del piede dominante (rischiando di non controllare bene la palla), o ancor peggio l’interno (non permettendo di “aprire” lo stop orientato).

Esercizi come questo, sono quindi necessari per apprendere lo stop orientato con il piede debole, ma una volta sensibilizzato il gesto, solo la ripetizione in diversi contesti di situazione (partite a tema, situazioni, ecc.) permetteranno di apprendere il gesto in situazione di partita.

Stesso discorso si potrebbe fare per la guida con l’esterno del piede debole (proprio nella categoria Primi calci) o per le finte.

Ma andiamo ora a vedere l’esercizio odierno che parte da un contesto globale (cioè senza particolari vincoli), per poi passare ad una variante analitica (limiti di piede e numero tocchi) ed infine arrivare ad un contesto di situazione.

Struttura di base (primo step)

Per la categoria Primi calci si delimita un quadrato di 20x20m (se sono pochi, è possibile anche 15x15m).

esercizio guida palla primi calci

Come potete vedere nell’immagine, si organizzano in terzetti (vedi colori); ogni terzetto ha una palla. Il giocatore con la palla, la guida fino al compagno di fronte a cui lascia la palla; successivamente si posiziona dietro l’altro compagno dello stesso terzetto. Il nuovo possessore di palla, dovrà successivamente condurla sempre di fronte allo stesso modo…e così di continuo.

L’obiettivo dell’esercitazione è quello di guidare la palla senza che questa tocchi altri palloni o giocatori; in tal caso, si ottiene un punto per la propria squadra. Un calciatore di ogni terzetto, dovrà contare i punti fatti…vince la squadra che fa più punti.

guida palla scuola calcio esercizio

In questa prima variante, i giocatori dovranno semplicemente limitarsi a guidare la palla il più velocemente possibile senza scontrarsi.

La variante successiva è quella di obbligare un determinato numero di tocchi; si fa punto solo se si effettuano 10 tocchi di palla e non ci si scontra con nessun avversario. Incrementando ulteriormente il numero di tocchi, sarà sempre più necessario che i giocatori imparino ad utilizzare l’esterno collo, altrimenti la palla non andrebbe dritta; questo concetto si può verbalizzare come in altri esercizi che stimolano questa qualità (non è necessario che lo imparino immediatamente).

Un’ulteriore variante (lasciando i tocchi liberi) potrebbe essere quella di inserire degli ostacoli e/o delle porte di coni con la seguente regola; la palla deve passare sotto un ostacolo prima di essere trasmessa ad un compagno.

esercizio guida della palla

Secondo step: uso del piede debole

L’approccio analitico è fondamentale per imparare ad usare il piede debole; questo perché, in un contesto di situazione, la maggior parte delle volte viene usato il piede forte, e di conseguenza la densità di tocchi necessaria a stimolare la lateralità non viene soddisfatta.

Si aggiunge quindi la regola: si può guidare la palla solo con il piede debole, sempre senza scontrarsi.

Successivamente si aggiungeranno altri vincoli, come il numero di tocchi o l’obbligo di passare sotto gli ostacoli.

Per stimolarli ad utilizzare il piede non dominante, solitamente dico questa frase: “siamo già bravi ad utilizzare il piede forte, perché non impariamo ad utilizzare anche il debole?…così diventeremo il doppio più bravi”.

Dopo che questa frase viene ripetuta in qualche allenamento, saranno loro ad utilizzare il piede non dominante anche quando non viene richiesto.

La variante successiva è quella di vincolare a 3 passaggi di palla tra i giocatori (mantenendo le regole precedenti); se la palla esce, non si ottiene il punto.

esercizi guida e passaggio della palla

Anche in questo caso, sarà giusto verbalizzare il fatto che si ottiene un passaggio più preciso usando l’interno, che si aspetta la palla in movimento, che si stoppa se è difficile da controllare, ecc.

Ultimo step: situazione

Senza variare la struttura, si potrà passare ad una fase più situazionale.

A questo punto si eliminano tutti i “vincoli”, rimane solo la regola di portare la palla al giocatore di fronte (contando i punti), e si inseriscono dei “difensori”.

In sostanza, 2 o 3 squadre saranno senza palla, ed un giocatore per squadra (di quelle senza palla) dovrà cercare di toccare con i piedi i palloni delle altre squadre; quando un difensore ci riesce, il pallone diventa suo (e della sua squadra), e potrà utilizzarlo per fare più punti possibili passandola ad uno dei suoi compagni.

Faccio un esempio con l’immagine sotto per chiarire meglio: nella situazione sotto, il giallo ed il viola (dentro il campo) sono i difensori perché non hanno la palla (i loro compagni aspettano a bordo capo); è possibile dar loro una casacca in mano per comprendere meglio.   

Se un difensore riuscirà a toccare con i piedi un pallone, si invertiranno i ruoli (pallone e casacca) e potrà andare a passare la palla ad un suo compagno (stesso colore) per riprendere la serie di “guida e passo”.

Altra regola: se un pallone esce (in guida o per un passaggio sbagliato), dovrà essere consegnato ad un difensore, invertendosi i ruoli.

In questa variante la situazione impone al giocatore di controllare immediatamente dopo aver ricevuto la palla (se non prima) dove sono i difensori, per guidarla negli spazi vuoti ed effettuare velocemente il passaggio al compagno di fronte. Lo stesso compagno in attesa della palla dovrà essere concentrato, in movimento e stoppare la palla in maniera orientata in maniera tale da evitare di mandarla incontro al difensore.

Ricordo che la proposta è per la categoria Primi calci; questo mezzo allenante può anche essere somministrato nel primo anno della categoria Pulcini (magari come gioco inziale), ma incrementando le difficoltà. Ad esempio è possibile:

  • Modulare il rapporto tra il numero di difensori ed il numero di palloni
  • Usare una palla in più per squadra, che dovrà però essere composta da 4-5 giocatori.
  • Inserire dei vincoli (ostacoli, numero di tocchi, o numero di passaggi) anche nella variante con i difensori.
  • Restringere gli spazi

Conclusioni e prospettive successive

L’apprendimento avviene per obiettivi, e non per movimenti (Albertini 2019), di conseguenza le situazioni (adeguate alla categoria di riferimento) dovrebbero rappresentare il volume maggiore dell’allenamento.

Le neuroscienze oggi ci insegnano che i lavori analitici dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per apprendere (dal punto di vista tecnico/tattico) concetti nuovi, o per colmare lacune esistenti.

A mio parere, soprattutto nei Piccoli Amici (e parzialmente nei Primi Calci) giochi ludici come da meta a meta possono essere considerati a tutti gli effetti lavori situazionali altamente specifici, quindi con alta validità allenante; questo perché stimolano l’attenzione, il focus attentivo (restringimento ed allargamento) e le componenti emotive che sono primarie in qualsiasi fase della crescita calcistica.

Non solo, prediligendo i mezzi situazionali, si riesce a coinvolgere maggiormente i giocatori nella loro crescita calcistica ed umana, perché il gioco ha insito tutte quelle componenti emotive tipiche delle relazioni sociali.

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Autore dell’articolo: Melli Luca, preparatore atletico Monticelli Terme, istruttore Scuola Calcio MT1960 ed Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto. Email: melsh76@libero.it

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