Calze compressive o biomeccaniche: quali scegliere?

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(Aggiornato al 03/04/2024)

Le calze compressive sono diventate oggi parte integrante di gare ed allenamenti della maggior parte dei runner. Chi le utilizza, evidenzia come queste permettano di percepire un minor disagio a livello dei polpacci ed una maggior resistenza all’affaticamento di questi gruppi muscolari. Non solo, diversi podisti le indossano anche per ridurre il rischio di infortuni ai muscoli della gamba; in aggiunta, da poco sono disponibili anche calze biomeccaniche che offrono possibili benefici che vanno al di là della semplice compressione (non perdetevi l’ultima parte di questo articolo!).

Ma la percezione della loro efficacia è corredata da prove scientifiche?

È certo che queste non rappresentano solamente una “moda”, in quanto sono la categoria di accessori più utilizzata (ad esclusione di scarpe ed abbigliamento) da diverso tempo dai runner; di fatto, indubbiamente c’è del concreto sugli effetti che questi permettono di percepire, con differenze tra soggetto e soggetto.

Quello che credo sia importante invece, è cercare di capire quali possano essere le caratteristiche fondamentali affinchè si possa avere la garanzia di trovarsi davanti ad un prodotto efficiente e di qualità. Infatti, inizialmente erano pochi i brand che le distribuivano, alcuni dei quali dedicavano l’intera produzione e ricerca a questa tipologia di prodotti. Oggi troviamo le calze compressive anche tra i cataloghi dei marchi di scarpe ed abbigliamento; quindi credo sia più che mai necessario che l’utente sappia districarsi tra i vari prodotti facendosi le giuste domande (anche in relazione ai costi), ed avendo le risposte più adeguate. Non solo, da poco tempo sono uscite anche le prime calze biomeccaniche, cioè calzature che abbinano alla compressione altri effetti che possono dare benefici nei confronti della prevenzione infortuni e della performance.

In questo post cercheremo di dare risposte a queste domande:

  • Quando questi prodotti sono effettivamente utili?
  • Come riconoscere un paio di calze compressive di qualità?
  • Quali sono i migliori prodotti?
  • Che differenze esistono tra le calze compressive e quelle biomeccaniche?

Prima di passare alla rassegna bibliografica, preciso che andremo ad analizzare solo i prodotti specificatamente indicati per i runner (o sportivi in generale) e non le calze a compressione per uso medico e terapeutico.

Studi e razionale del loro utilizzo

Affinchè il mondo della ricerca possa dare risposte certe, sono necessari tantissimi studi con esiti univoci; le variabili che si possono trovare quando si effettua un protocollo sperimentale con questa tipologia di prodotti, sono diverse: superfice coperta dal prodotto, materiali, tipi di pressione, tipo di sforzo, lunghezza periodo considerato per l’utilizzo, protocollo di valutazione, ecc.

Per questo motivo, ad oggi abbiamo poche certezze, ed ancora diversi dubbi; ma andiamo ad analizzare nel dettaglio, prendendo spunto dalle ultime revisioni pubblicate, cioè quella di Engel et al 2016 e di Mota et al 2020.

Effetti di maggior rilevanza statistica

  • Riduzione delle vibrazioni muscolari: come abbiamo visto nel nostro articolo sull’argomento, un eccesso di vibrazioni è in grado di inibire l’elasticità muscolare, ma può avere anche implicazione nell’insorgenza di infortuni da sovraccarico (Broatch et al 2020). Indossare le calze compressive riduce le vibrazioni muscolari che, quando in eccesso, possono incrementare il rischio di infortuni e peggiorare la percezione della fatica.
  • Riduzione del livello di infiammazione ed accumulo di cataboliti se indossati dopo lo sforzo.
  • Riduzione del dolore/fastidio post esercizio se indossati dopo lo sforzo (probabilmente dovuto alla riduzione dell’infiammazione)

Effetti di minor (o ininfluente) rilevanza statistica

  • Riduzione della percezione della fatica ai muscoli delle gambe, con conseguente possibile miglioramento della resistenza allo sforzo.
  • Miglioramento dell’Economia di Corsa (che si può paragonare al consumo litri/Km di un’auto) dovuto anche ad una possibile influenza positiva nei confronti della biomeccanica di corsa.

effetti calze compressive

Da questi risultati emerge come siano fondamentalmente 2 le variabili su cui hanno influenza questi accessori: cioè la riduzione delle vibrazioni e un miglior ritorno venoso (minor accumulo di edema).  Ma gli effetti non sono gli stessi per tutti i podisti.

Quali possono essere le variabili che inducono un runner ad avere più benefici rispetto ad un altro?

Sostanzialmente sono 2:

  • La prima sono le caratteristiche neuromuscolari; nel nostro articolo dedicato alle vibrazioni/oscillazioni, abbiamo visto come soggetti con qualità neuromuscolari inadeguate (cosa che accade per il 90% degli amatori secondo Orlando Pizzolato) presentino fenomeni vibratori muscolari eccessivi, che tendono ad inibire l’oscillazione (cioè la risposta elastica). Semplificando: le vibrazioni muscolari indotte dall’appoggio del piede al suolo stimolano la risposta elastica (cioè l’oscillazione muscolare), ma quando le vibrazioni sono eccessive (cioè per soggetti con qualità neuromuscolari inadeguate), tendono ad inibire l’elasticità. In questi casi, la compressione del ventre muscolare (delle calze) aiuta a ridurre le vibrazioni e quindi a percepire un minor disagio/fatica.
  • La seconda condizione nella quale può esserci un beneficio nell’indossare le calze compressive, è per quei soggetti che presentano un precoce affaticamento dei polpacci mentre corrono. Il miglioramento della circolazione indotto dall’utilizzo di queste calze, può aiutare a smaltire i cataboliti che inducono la fatica nei soggetti con livelli di forza e resistenza muscolare inadeguata.
vibrazioni muscolari
Immagina tratta dal libro MOVIMENTO di G. Betti, A. Castellani e R. Piga

Com’è possibile intuire, in entrambi i casi citati sopra l’utilità è riferita a situazioni in cui le componenti di forza, stiffness o resistenza muscolare locale dei polpacci sono inadeguate. Infatti, è abbastanza raro vedere Top Runner (cioè soggetti adeguatamente allenati, anche dal punto di vista neuromuscolare) che utilizzano queste calzature. Questi prodotti sono spesso indossati invece da runner amatori (soprattutto trailer, perché le sollecitazioni delle discese e la lunghezza di queste gare sollecitano particolarmente i polpacci) e in alcuni casi da saltatori/triplisti (per ridurre in parte le vibrazioni).

Queste considerazioni dovrebbero portare alla luce alcune lacune metodologiche dell’allenamento amatoriale, che spesso porta a trascurare le componenti neuromuscolari del movimento. Da qui è possibile comprendere come l’utilizzo degli indumenti compressivi possa portare (solo nei casi citati sopra) un vantaggio, che non va comunque a colmare le lacune neuromuscolari che, se presenti, incrementano il rischio di infortuni.

Per questo motivo, la cura dell’allenamento muscolare nelle varie forme (dedicato alla Forza e alla Velocità) è essenziale per ridurre il rischio di infortuni, migliorare le prestazioni e percepire minore fatica mentre si corre. È importante curare anche la forza dei muscoli dei piedi.

Ovviamente, questi accessori possono aiutare ad eseguire anche i lavori neuromuscolari riducendo parzialmente l’incidenza di infortuni per quei soggetti particolarmente a rischio, ricordandosi sempre che il lavoro di forza deve precedere quello di velocità.

È utile anche la compressione dei muscoli della coscia?

Tra i prodotti in commercio, oltre alle calze troviamo anche scaldamuscoli compressivi o pantaloni lunghi;

ma che livello di efficacia hanno questi prodotti?

Attualmente è difficile dare una risposta, visto che non mai stata confrontata l’efficacia delle calze, con quella dei soli scaldamuscoli, o dei pantaloni interi. In ogni modo, l’ultima ricerca di Broatch et al 2020, fornisce indicazioni molto interessanti; infatti la maggior parte delle vibrazioni durante la corsa avviene a livello dei polpacci (più del doppio rispetto ai muscoli della coscia), a testimoniare come le calze siano quelle che potenzialmente possano avere un effetto maggiormente benefico.

Questo non esclude come l’aggiunta di scaldamuscoli compressivi possa trovare un suo razionale, in particolar modo in gare con discese molto lunghe e/o impegnative; infatti, Ehrstrom et al 2018 videro come l’utilizzo di pantaloni (completi) compressivi riducevano le vibrazioni durante la corsa in discesa, ed il loro utilizzo velocizzava anche il recupero funzionale oltre a diminuire il dolore muscolare nei giorni successivi (anche se non indossati durante il recupero). Di conseguenza, è lecito ipotizzare come i soggetti che traggono vantaggio dall’utilizzo delle calze, possano trovare utilità anche negli scaldamuscoli (o pantaloni interi) in competizioni in cui sono presenti discese lunghe e/o particolarmente ripide; questo, anche per ridurre il fastidio/dolore muscolare che può insorgere nei giorni successivi alla gara (solitamente il picco è intorno alle 24-48 ore).

Per chi vuole approfondire l’allenamento per la corsa in discesa, consigliamo di leggere questo articolo.

Qual è la pressione ideale delle calze?

compressione graduata

A livello concettuale, la differenza maggiore è tra le calze a compressione graduata e quelle a compressione compressiva, cioè in base a dove viene applicata la pressione maggiore (vedi figura a fianco).  La difficoltà sta nel fatto che 2 calze uguali, possono ovviamente esercitare pressioni diverse su 2 individui che hanno un diametro del polpaccio diverso (Broatch et al 2020). È chiaro che avere a diposizione più taglie, è indice di qualità del prodotto; in questo modo sarà più facile “avvicinarsi” alla taglia ideale. È comunque da precisare, che le uniche calze a compressione progressiva, sono le BV Sport (perché brevettare), mentre tutte le altre presenti in commercio seguono la compressione graduata.

Malgrado in letteratura non sono emerse differenze riguardo un tipo di pressione applicata rispetto ad altre (Beliard et al 2015), Mauro Testa (uno dei Biomeccanici più autorevoli in materia) afferma come sia fisiologicamente più corretto un tipo di compressione graduata (vedi immagine a fianco), cioè in grado di facilitare il ritorno venoso dal piede verso il cuore. Non solo, l’ideale sarebbe utilizzare calze che abbiano quest’effetto non solo a livello del polpaccio, ma anche a livello del piede (Daniele et al 2020).

Parte della scelta, dovrebbe essere fatta anche in base alla percezione del confort, anche se per chi non è abituato ad utilizzarle, sarebbero da evitare compressioni superiori a 23 mmHg, in quanto potrebbero dare fastidio le prime volte che vengono indossate (Ali et al 2011).

Come scegliere i migliori prodotti

Dall’immagine sotto è possibile comprendere quali possano essere i requisiti dei migliori prodotti. La prima è ovviamente la percezione del comfort; questo dipende dal livello di compressione che (come visto sopra) sarebbe bene non fosse eccessivo.

Dal punto di vista dei materiali utilizzati, lo standard ideale è il 70-75% di Poliammide (detto anche Nylon) e il 20-25% di Elastane (detto anche Spandex o Lycra). Al posto del Poliammide a volte è utilizzato il Poliestere, che è meno resistente e di conseguenza potrebbe conferire minor durata al prodotto.

Se la % di elastane è troppo inferiore al 20%, potrebbe essere indice che la qualità della calza non sia eccelsa; questo perché lo spandex è in grado di allungarsi fino a 5 volte la propria dimensione originaria, conferendo elasticità al tessuto. Questa è una condizione essenziale quando si parla di calze compressive; quando invece si tratta di calze biomeccaniche (vedremo sotto meglio la differenza) le composizioni possono essere leggermente diverse.

Altro aspetto importante è il numero di taglie disponibili (deve essere almeno 4), visto che la vestibilità dipende sia dalle dimensioni del polpaccio, che dall’altezza del soggetto.

Ultime 2 variabili che segnaliamo per orientare la propria scelta sono il giudizio dei consumatori (presenti in ogni e-commerce) e l’etica dell’azienda. Una ditta che nel proprio sito non mette a disposizione tutte le caratteristiche necessarie per potersi fare un’idea del prodotto, sicuramente pecca in affidabilità e trasparenza.

calze compressive corsa

Prima di andare a vedere i migliori articoli in commercio, è doveroso rispondere alla domanda: “quanto durano?”…cioè “ogni quanto vanno cambiati?”. Non si può dare una risposta che sia valida per tutti, perché la durata dipende dalla qualità del prodotto (vedi sopra), da quanto il polpaccio tiene in tensione la fibra della calza e, ovviamente, dai Km effettuati. Il mio consiglio è di comprarne inizialmente 2 paia; uno si utilizza in allenamento e l’altro solo in gara. Di conseguenza, quello utilizzato in allenamento si usurerà più velocemente; in questo modo, si potrà sempre avere un termine di comparazione del grado di usura tra i 2 capi. Non solo, ciò permette di tenere per la gara quello più “performante”; quando si percepirà che quello utilizzato in allenamento non sarà più efficiente (dipende molto dalla soggettività), lo si sostituirà con quello utilizzato in gara (che avrà un livello di usura minimo) e si comprerà un solo paio di calze compressive nuove per la gara.

Ovviamente nulla vieta di usare questi prodotti solo in gara, soprattutto in quei casi in cui i benefici si percepiscano solo in competizione; in ogni modo, la prima volta che vengono utilizzati è sempre meglio provarli qualche volta in allenamento.

È meglio una calza compressiva o biomeccanica?

Mentre tutti ormai sanno cos’è una calza compressiva, pochi conoscono quelle biomeccaniche; quest’ultime uniscono ai benefici di una normale calza compressiva anche altri vantaggi dovuti alla loro struttura. Attualmente le uniche calze biomeccaniche sono le Floky Socks!

Prima di andare a vedere come sono nel dettaglio, andiamo ad analizzare le 2 ricerche (Daniele et al 2020, Licciardi et al 2021) che hanno permesso di confrontare le Flocky Socks con altre calze compressive (a compressione graduata; cioè con maggiore pressione nella caviglia e minore nel polpaccio) dalle caratteristiche similari a quelle presenti in commercio.

floky socks recensioni

Nell’immagine sopra riportiamo i risultati del confronto tra calze compressive e Flokysocks (biomeccaniche); è evidente che quelle biomeccaniche sono maggiormente performanti, perché aggiungo alla compressione altri elementi che facilitano la performance e la prevenzione degli infortuni.

Sono prodotti di recentissima uscita (basta notare la data delle ricerche), fatte da una ditta Italiana, in collaborazione con Mauro Testa, uno dei biomeccanici con maggiore autorevolezza a livello mondiale. Non solo, accanto alla qualità del prodotto si aggiunge anche la ricerca di una maggior ecostenibilità, con l’utilizzo di un filato (Repetita) che compone il 53% della calza rigenerato da bottiglie di plastica.

Per completezza d’informazione, il resto è 39% di Poliammide per le punte e rinforzo dell’elastico, e l’8% di elastane.

Ma cosa rende le Flokysocks superiori alle normali calze compressive?

Innanzi tutto il tipo di compressione è graduata, cioè maggiore nella parte del piede (21 mmHg) e tende a diminuire a livello del polpaccio, per facilitare il ritorno venoso. Ma andiamo a vedere il resto nel dettaglio:

  • La presenza del “calzino” con una pressione di 21 mmHg a livello del mesopiede agisce sulle vene del piede, facilitando il ritorno venoso. È da considerare che la stragrande maggior parte delle calze compressine non ha il “calzino”, e di conseguenza manca di questo importante contributo. Rispetto ad una normale calza compressiva consente una maggiore ossigenazione dell’arto inferiore del 12% (Daniele et al 2020).
  • La riduzione delle vibrazioni invece, è garantita dalla serigrafia in silicone (nella parte posteriore della calza) che, con il suo effetto “Kinesiotapico”, stabilizza la muscolatura del polpaccio. Più nel dettaglio, ne riduce il dislocamento del 23% rispetto alle calze compressive tradizionali (Licciardi et al 2021). Come abbiamo visto nel nostro post dedicato alle vibrazioni, queste, quando in eccesso, limitano l’espressione elastica del muscolo peggiorando la performance ed incrementando il rischio di infortuni. Malgrado la serigrafia delle Flokysocks non possa essere comparato ad un Taping personalizzato effettuato da un fisioterapista, hanno comunque un effetto positivo nei confronti delle vibrazioni.
  • Altro effetto particolarmente evidente (rispetto alle compressive) è la riduzione delle asimmetrie, sempre per quanto riguarda le vibrazioni. Questo rappresenta un effetto molto importante, considerando che l’1% di asimmetria nel tempo di appoggio genera un peggioramento del 3,7% del costo metabolico della corsa (Joubert et al 2020) e che tra i runner questa “asimmetria” è in media del 5% (Russo 219, pag 251).
  • Ultima variabile della calza che è in grado di avere un impatto positivo sulla corsa, è l’antiscivolo nella parte plantare e dorsale del piede; questo permette di avere un piede più stabile evitando tutti quei fenomeni che portano alla perdita di percezione dell’appoggio e soprattutto alla dissipazione dell’energia spesa per la corsa. In più, riduce il rischio di vesciche ed ispessimento della cute.

Com’è possibile intuire da quanto scritto sopra le Flokysocks, in quanto calze biomeccaniche, rappresentano l’evoluzione di quelle compressive, in quanto aggiungono elementi che vanno a migliorare la performance di questi prodotti. In più, è doveroso aggiungere che la casa produttrice ha un’elevata reputazione, come certificato da Trustpilot.

floky socks

Ma portano benefici a tutti?

Nel momento in cui un runner percepisce benefici con le calze compressive, allora tali benefici si avranno (potenziati ovviamente) anche con le calze biomeccaniche.

Quanto “fanno guadagnare” in termini di performance?

Non è possibile dare dati precisi, anche perché l’effetto principale di questa tipologia di calze è nei confronti della prevenzione infortuni; minor rischio di infortunio significa potersi allenare con maggiore continuità, e di conseguenza migliorare nel tempo la performance e il piacere di correre. Non è da escludere che la riduzione delle vibrazioni possa portare anche a benefici immediati nei confronti della prestazione, ma questo vale prevalentemente per quei runner con scarse qualità neuromuscolari; considerando che, secondo Orlando Pizzolato il 90% dei runner non ha una sufficiente efficacia meccanica, è evidente come possano trovare utilità da questo tipo di accessorio la maggior parte dei podisti.

Ma attenzione, non fanno miracoli!

Possono ridurre il rischio di infortuni, ma se un soggetto è ad alto rischio per una cattiva tecnica di corsa (difetti posturali, asimmetrie, lacune neuromuscolari) allora le calze possono fare ben poco. Una corretta tecnica di corsa è l’elemento principale che permette di ridurre drasticamente il rischio di infortuni ed ha una certa influenza anche sulla performance. Per questo motivo, a mio parere, è fondamentale far valutare la propria tecnica di corsa da personale competente, al fine di ottimizzare queste informazioni per migliorare performance e ridurre il rischio di stop; rappresenta il miglior investimento per la propria carriera podistica.

Per chi volesse rimanere invece sulle calze compressive? Qual è la migliore in commercio?

Partiamo dal presupposto che le calze biomeccaniche hanno un costo leggermente superiore a quelle normali compressive, ma ciò è dovuto esclusivamente alla lavorazione ed ai materiali applicati. Per i tradizionalisti che non vogliono passare alle biomeccaniche (rimanendo sulle compressive), le migliori sono le Blaze della Rockay (74% Poliammide e 26% Elastane), con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Infatti, sono dotate di una garanzia a vita, sono estremamente durevoli (aspetto non banale) e lavorate con la tecnologia Polygene, un trattamento antibatterico che previene la formazione di odori e limita la necessità dei lavaggi, preservandone quindi la durevolezza. Anche queste sono effettuate con materiale di riciclo. All’interno di ogni prodotto, inoltre, viene inserita la certificazione del test sulla pressione esercitata dalla calza, che è di 23 mmHg a livello della caviglia e 16 mmHg a livello del polpaccio. L’unico difetto, è che sono disponibili solamente 4 taglie; è acquistabile anche su Amazon.

CONCLUSIONI

L’acquisto delle calze biomeccaniche/compressive non dovrebbe essere fatto con sufficienza in quanto rappresentano articoli che possono avere un certo impatto sulla corsa del runner. Per questo, l’evidenza bibliografica dei benefici, la percezione soggettiva dell’efficacia e la qualità del prodotto sono i criteri di scelta fondamentali.

È importante comunque comprendere che la percezione positiva nell’indossarle (soprattutto in riferimento alla riduzione del fastidio indotto dalle vibrazioni muscolari) è inversamente proporzionale al livello delle qualità neuromuscolari dell’atleta; in altre parole, più ho lacune di stiffness e forza, e più ne trarrò giovamento.

È comunque importante cercare di limitare queste lacune, partendo dal rinforzo della muscolatura del piede.

Fatte queste considerazioni, le Flokysocks rappresentano le migliori soluzioni in quanto sono attualmente le uniche calze biomeccaniche presenti in circolazione. Per i nostri lettori trovate il codice sconto nel nostro articolo dedicato alle scontistiche.

L’eventuale utilizzo per migliorare il recupero può trovare efficacia in alcuni casi; anche in questo ambito, quelle biomeccaniche sono meglio di quelle compressive. Per approfondire leggi il nostro articolo sul recupero.

Un’ultima considerazione la facciamo per i pantaloni a compressione (scaldamuscoli o completi); questi possono tornare utili in competizioni in cui sono presenti discese lunghe e/o impegnative, per quei soggetti che vanno in difficoltà quando la strada scende. In questi casi, i benefici che se ne possono trarre sono riferiti alla minor percezione di fastidio muscolare (soprattutto in discesa) ed un recupero più veloce del dolore muscolari i giorni successivi alla gara. I prodotti migliori sono quelli della 2XU e della BV Sport.

Bene, qui si conclude la nostra recensione sulle calze compressive; se ti è piaciuta (o se ti è stata utile) iscriviti al nostro Canale Telegram, potrai scaricare la nostra guida alla scelta delle scarpe da running.

Dopo averla letta sarai in grado di conoscere quali sono le caratteristiche e gli elementi fondamentali per scegliere la scarpa più adeguata alle tue caratteristiche; troverai anche la scheda per cercare, trovare e scegliere on-line la calzatura ideale in pochi minuti. Non solo, sarai informato tutte le volte che pubblicheremo nuovi articoli ed ogni volta che ci saranno aggiornamenti e novità provenienti dal mondo della corsa.

Autore dell’articolo: Luca Melli (melsh76@libero.it), Istruttore di Atletica leggera GS Toccalmatto, istruttore Scuola Calcio A.S.D. Monticelli Terme 1960 e preparatore atletico AC Sorbolo.

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