I perchè della crisi dell’Inter

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Dall’inizio di gennaio l’Inter ha subito una profonda involuzione culminata con la sconfitta di ieri nel derby. Analizziamo quali sono le cause di questa serie negativa.

Non è un mistero la cinicità con cui l’Inter, dall’inizio di questa stagione, è riuscita a chiudere con un successo di misura molte partite di questa serie A. Una capacità di vincere che, i maliziosi, avrebbero potuto confluire in semplice “fortuna” (o espressioni più colorate a vs.scelta), ma che trovano una profonda struttura nell’architettura della squadra.

Partiamo dalla difesa, vero fiore all’occhiello di quest’Inter 2015-2016 (almeno prima di quest’ultimo mese): la coppia di centrali Miranda – Murillo è riuscita in tempi brevissimi a trovare un’affinità, ma soprattutto una solidità, assolutamente unica. La sinergia dei due giocatori sembra costruita negli anni, una capacità di completamento probabilmente uniche nel panorama italiano. A questo va anche aggiunto le prestazioni, di assoluto primo livello di Samir Handanovic: il portiere nerazzurro, fresco di rinnovo contrattuale arrivato nell’ultima sessione estiva, sta dimostrando quanto di meglio riserva il suo repertorio risultando molto spesso il principale artefice delle vittorie nerazzurre.

Un reparto difensivo a cui vanno aggiunte le qualità di recupero palla a centrocampo: nonostante una linea di mediana spesso sacrificata, specie per ricercare i movimenti dei trequartisti, le prestazioni di Medel stanno dimostrando come, in mezzo al campo, un giocatore che sia in grado di dare solidità al reparto arretrato risulta fondamentale per l’equilibrio di una squadra; da non dimenticare, tra l’altro, che Medel, nonostante sia considerato un centrocampista difensivo più abile nella fase difensiva che offensiva, ha risolto con uno storico gol la sfida, allora, scudetto contro la Roma.

Cosa è mancato, fino ad oggi all’Inter? Probabilmente la solidità del reparto offensivo, maggiormente visibile con la caduta di prestazione dell’attaccante più prolifico della scorsa stagione Mauro Icardi. Nella scorsa stagione l’attaccante argentino è stato capocannoniere del campionato, a pari merito con Luca Toni, mentre quest’anno fatica ad entrare nelle posizioni di rilievo con soli 8 reti segnate a fronte delle 22 gol del capocannoniere Gonzalo Higuain (da notare, tra l’altro, che il bomber del Napoli ha segnato il numero di reti totalizzate durante l’intera precedente stagione proprio da Icardi). Quindi la colpa è da attribuirsi al solo giovane attaccante argentino? Assolutamente no. Probabilmente è l’intero reparto avanzato a risultare poco efficiente in entrambe le fasi.

La squadra risulta spesso molto lunga spaccando in due parti la squadra: da un lato il reparto difensivo con 5/6 uomini, dall’altro quello offensivo con i 3 trequartisti e la punta centrale. Questo tipo di sistema di gioco, molto solido in fase difensiva con i giocatori adeguati (come evidenziato sopra), risulta avere 2 difetti sostanziali:

  1. Se il reparto offensivo risulta poco efficace, la lentezza nel recupero del pallone sulla transizione negativa rischia di creare una costante superiorità degli avversari nella loro transizione positiva, agevolando un ipotetico vantaggio per gli avversari.
  2. L’incapacità ad apportare un pressing molto alto, stimolato dalla spaccatura in due tronconi della formazione, per recuperare il pallone il più velocemente possibile (come fa ad esempio il Napoli, per intenderci) rischia di creare disequilibrio ed inefficienza offensiva.

Questi due punti si sono manifestati, in particolare nella gara contro il Milan, nelle ultime gare: un sistema di gioco dispendioso per la linea mediana può essere applicato con un livello di condizione molto elevato; attualmente l’impressione è che l’Inter sia una fase di condizione discendente (probabilmente legata al recupero effettuato nel periodo natalizio), aspetto che probabilmente si manifesta maggiormente per l’impostazione in campo molto spegiudicato.

Calerà mai la crisi dell’Inter? Assolutamente si. Bisognerà aspettare che la condizione della formazione di Mancini ritorni in una curva positiva: probabilmente ritroveremo l’Inter in condizione positiva tra un 10-15 giorni, capace quindi di risultare un osso duro come all’inizio di questa stagione.

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