L’uomo nero

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11 calciatori tutti in rosso, 11 calciatori tutti in blu, un uomo solo, vestito di nero, in mezzo a loro, su un prato verde, sembra quasi che stoni, ma invece è la persona più essenziale che si potesse trovare lì, in quel momento.

Insieme a quella cosa rotonda è indispensabile per giocare, senza non lo si potrebbe fare.

imageNei campionati minori, cioè sino alla categoria Esordienti, la Federazione non mette a disposizione l’uomo in nero, vuoi perché diminuiscono sempre più coloro che si immolano sull’altare di questo hobby, vuoi perché sarebbe educativo per i ragazzi vedere dirigenti, “avversari” dirigere una loro partita senza preferenze ma con entusiasmo positivo e soprattutto costruttivo.

Ho detto sarebbe, poiché il più delle volte, anche nel calcio dei piccoli, come quello dei grandi, avvengono cose spiacevoli, fatti deplorevoli che nulla hanno a che fare con ciò che lo sport dovrebbe essere.

Credo che tutti abbiamo assistito a corse sfrenate lungo la recinzione di genitori indemoniati che inveivano contro il malcapitato di turno che stava dirigendo l’incontro del figlio.

Credo che tutti abbiamo assistito a litigi tra l’uomo nero e il Mister che non è d’accordo sulla decisione presa.

Aggressioni verbali ma non solo, sono all’ordine del giorno, se si leggono i comunicati settimanali che la Federazione emette possiamo paragonarli senza timore a bollettini emessi da zone di guerra.

Anni fa, durante una riunione tra allenatori, un commissario della sezione arbitri (un segnalinee che aveva fatto la serie A), ci implorò di rivedere i nostri comportamenti verso gli arbitri, pena il sempre più alto numero di rinunce da parte dei ragazzi che avevano, hanno intrapreso questa strada. Ci disse che stavamo, stiamo rischiando di non giocare più.

Genitori a bordo campoMa non ultima, la considerazione, verso le società alle quali affidiamo i nostri figli, dalla quale pretendiamo il rispetto delle regole, e poi scopriamo che i propri tesserati hanno comportamenti discutibili verso gli arbitri, ma forse anche noi che assistiamo alle partite come genitori veniamo meno al rispetto di queste regole.

Corriamo, ci arrabattiamo tutti i giorni con quello che le giornate ci riservano, ansia, stress, ci attanagliano continuamente, e ci fanno trascurare le cose più importanti.

Almeno nei momenti che dovrebbero essere di relax cerchiamo di vivere serenamente, e trasmettere questa serenità ai nostri figli, che saranno più propensi a divertirsi con i loro coetanei e con coloro che fanno si che lo sport vada avanti…

Nicola Amandonico

 

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