Calcio e coordinazione (prima parte)

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Negli ultimi anni si sta rivalutando l’importanza della coordinazione (o meglio, sarebbe dire l”Insieme delle Capacità Coordinative”) nel calcio, sia come prerequisito delle qualità tecniche che come aspetto fondamentale per la prevenzione degli infortuni.

Definizione capacità coordinative: presupposti generali che consentono guida, controllo e correzione del movimento al fine di renderlo preciso ed economico. In altre parole, facilitano il perfezionamento di movimenti complessi nei diversi stadi dell’apprendimento e consentono un rapido adattamento a condizioni esterne variabili o diversificate.

Tuttavia molti istruttori/allenatori rimangono ancora ancorati alla vecchia suddivisione “scolastica” delle Capacità Coordinative che vede un lungo elenco (che varia da autore ad autore) di qualità da “esercitare”, tra le quali ricordiamo:

  • destrezza fine,
  • capacità d’equilibrio,
  • elasticità di movimento,
  • capacità di combinazione motoria,
  • fantasia motoria,
  • orientamento spazio-temporale,
  • differenziazione dinamica,
  • anticipazione motoria,
  • reazione motoria,
  • memorizzazione motoria,
  • ritmizzazione.

In altre parole, manca una corretta visione in grado integrare queste qualità all’interno del gioco del calcio. Facciamo alcuni esempi:

La capacità di equilibrio del calciatore è diversa da quella del pattinatore, sia perché si “gareggia” su superfici diverse, sia perché gli elementi “disequilibranti” dei 2 sport sono diversi. Infatti, nel pattinaggio le rotazioni (soprattutto quelle in volo) sono elementi che non sono presenti nel calcio, nel quale invece hanno un aspetto preponderante, come elementi disequilibranti, i contrasti.

Anche la capacità di ritmo è disciplina-specifica; nella Ginnastica ritmica è la melodia di un pezzo musicale a dare la cadenza dei movimenti da effettuare, mentre nel calcio (ad esempio nella conduzione della palla) è l’integrazione del contesto di gioco con la sensopercettività dei recettori muscolari.

Essendo la coordinazione presente in qualsiasi movimento, è opportuno diversificare le capacità coordinative specifiche di ogni sport in pochi gruppi ed individuare quali possono essere gli allenamenti “a secco” (cioè senza palla) che possono essere utili prerequisiti alla performance calcistica. Possiamo quindi affermare che

l’allenamento della coordinazione “a secco” è sport-specifica e deve essere improntato sugli aspetti fondamentali della performance che poco sono allenati con la palla (altrimenti si parlerebbe di allenamento tecnico-tattico), sopratutto in funzione dell’età considerata.

Nel calcio possiamo raggrupparle in 3 mezzi di lavoro principale:

  • Mezzi rivolti all’allenamento dell’agilità: cioè l’insieme di qualità coordinative che fungono da presupposto allo sviluppo e alla stabilizzazione della rapidità. Particolare attenzione va data alla “tempestività” dei vari stimoli allenanti durante la crescita (dettagli nel terzo post della rapidità), per sfruttare la sensibilità delle varie qualità fisiologiche (plasticità nervosa, mielinizzazione fibre motorie, ecc.) nelle varie fasi dello sviluppo.
  • Mezzi rivolti all’allenamento del “Senso del movimento”: cioè l’insieme di qualità che permettono di avere una certa precisione dei movimenti; è particolarmente allenabile in fase pre-puberale (fino 11-12 anni). Nella fase puberale si assiste ad un peggioramento temporaneo (per l’incremento della forza e della lunghezza degli arti), per poi ritornare particolarmente allenante nell’adolescenza.
  • Mezzi rivolti all’allenamento del “Senso del gioco”: cioè l’insieme di qualità che permettono di comprendere le dinamiche cognitive del movimento (orientamento delle “scelte” durante il gioco), le cui potenzialità incrementano con la maturazione mentale del soggetto.

MEZZI RIVOLTI ALL’ALLENAMENTO DELL’AGILITA’

La rapidità dipende da diversi fattori, sia di natura muscolare (capacità contrattili delle fibre muscolari, percentuale fibre veloci, ecc.) che nervosa (legate al controllo motorio del movimento e alla velocità dell’impulso nervoso). L’agilità (come capacità coordinativa) è possibile collocarla nella componente legata al controllo motorio della rapidità dei movimenti.

Fattori fisiologici: nei primi 8-9 anni di vita avviene la maturazione definitiva della corteccia celebrale (massima plasticità nell’apprendimento dei movimenti), perciò è maggiore l’allenabilità della frequenza dei passi e dell’accelerazione, oltre alla capacità di reagire ed adattarsi agli stimoli esterni. Nei 2-3 anni successivi è presumibile ipotizzare che l’incremento della rapidità sia prevalentemente dovuta a fattori nerumuscolari periferici, per poi subire una stasi nella fase puberale in cui predomina lo sviluppo dell’esplosività.

Evidenze scientifiche: oltre alla gia citata ricerca di Venturelli del legame tra Coordinazione, Tecnica e Rapidità, aggiungiamo quella di Sasaki e coll 2007 (VI° Congresso del Calcio ad Antalya) in cui è stato visto come la “corsa all’indietro” sia maggiormente relativa a fattori coordinativi piuttosto che muscolari. Sempre allo stesso Congresso, Cicirko e coll presentarono uno studio longitudine di 5 anni (settore giovanile) in cui è stato osservato che i giocatori più bravi nell’1vs1 erano quelli dotati di maggiore coordinazione, in particolar modo di reazione ed adattamento dei movimenti.

Indicazioni metodologiche: la fase critica per allenare l’agilità è prima della fase puberale, anche se il lavoro di mantenimento deve perdurare per tutta la carriera del calciatore. La metodologia deve essere incentrata sia sulle componenti analitiche (minicircuiti coordinativi senza palla con esigenza di velocità e correttezza esecutiva) per sviluppare frequenza/accelerazione, che sulle capacità di reazione/adattamento. Per sviluppare quest’ultima qualità vengono utilizzati giochi di difficoltà adeguata all’età in cui c’è una continua ed intensa richiesta di cambi di direzione per adeguarsi alle situazioni contingenti (come avviene nel calcio); per i bambini più piccoli possono essere utili giochi semplici, come quello del Lupo, dell’Orco, degli Stregoni, ecc. mentre per i più grandi Acchiapparella e i vari Giochi Psicocinetici. Ricordiamo il gia citato doppio legame (si influenzano a vicenda) tra le esercitazioni di 1c1 e la coordinazione com’evidenziato nel primo post sull’1c1 soprattutto per i più piccoli.

movimento specifico funzionale

Nel prossimo post verranno analizzati i mezzi rivolti al miglioramento del “Senso del movimento” e del “gioco” e il ruolo che può avere la coordinazione nella prevenzione infortuni.

Vai alla seconda parte.

Approfondimenti bibliografici

  • Cicirko L, Sadowski J. Motor coordination abilities and technical action of junior football players. VI° Congress on Science and Football, 16-20 Gennaio 2007;Antalya, Turchia.
  • Mogni JC. Un mondo di giochi. Edizioni Correre, 2008
  • Sasaki S, Fukubayashi T, Kaneko S, Hirose N, Fukano M, Sakagami M. Backvard cutting in soccer players. VI° Congress on Science and Football, 16-20 Gennaio 2007; ANtalya, Turchia.

Autore: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

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