Aggiornamenti dal mondo scientifico del calcio (II)

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Proseguiamo con la seconda parte della rubrica che ha come scopo principale quello di aggiornare chi segue il sito sui risultati delle ultime ricerche che possono avere evidenze rilevanti per gli operatori del nostro settore. Speriamo inoltre che questi interventi possano essere fonte di discussione ed approfondimento per tutti i frequentatori del sito. Nel capitolo precedente abbiamo trattato:

  • Correlazione tra salti unilaterali/bilaterali e prestazioni di sprint
  • Mancata validità nella misurazione della frequenza cardiaca nelle mini-partite per lo sviluppo delle qualità aerobiche
  • Efficacia nell’utilizzo di indumenti raffreddanti prima di partite giocate in ambiente particolarmente caldo

In questa seconda parte andremo a tradurre un’interessante pubblicazione sui legami tra coordinazione/tecnica/rapidità, l’uso della crioterapia nel recupero post-partita e uno studio sui tassi di crescita nei settori giovanili che aiuta a contestualizzare l’esito dei test con l’età biologica dei calciatori.

LEGAME TRA COORDINAZIONE, TECNICA E RAPIDITA’

Esiste l’idea generale, nei settori giovanili, che un patrimonio motorio vasto e globale in età giovanile sia il presupposto ideale per lo sviluppo delle qualità tecnica in età adulta. Questo “patrimonio” è ottenibile tramite mezzi che abbiano effetto allenante nei confronti delle Capacità Coordinative e gli Schemi motori di base; la capacità di differenziazione, la coordinazione intersegmentaria, la capacità di ritmo sono solo alcune delle qualità coordinative che si trovano nelle varie classificazioni disponibili nei test di “Tecnica e didattica dell’attività fisica”. Ma esistono prove scientifiche a supporto? Che caratteristiche dovrebbero i mezzi dedicati alla coordinazione nel calcio? Le prove a supporto di questa teoria sono prevalentemente di natura anedottica (anni e anni di esperienze di metodologie d’allenamento) e fisiologica (relative alla plasticità del sistema nervoso fino all’8°-9° anno di vita).

La prima prova scientifica a supporto di queste ipotesi è data dalla ricerca di Venturelli e coll 2008: 16 giocatori di calcio (11 anni) vennero valutati inizialmente tramite un test sui 20m senza palla e con palla. Successivamente vennero divisi in 2 gruppi: uno effettuava (nella parte dell’allenamento dedicata alla sperimentazione) degli sprint sui 10-20m, mentre l’altro effettuava dei percorsi coordinativi in regime di rapidità. Com’era auspicabile, il gruppo degli sprint migliorò la velocità del test sui 20m, ma non quello senza palla. Quello che invece sorprese è che il gruppo che lavorò sulla coordinazione migliorò sia lo sprint senza palla sui 20m (analogamente al gruppo degli sprint) che quello con la palla. In altre parole

il lavoro di rapidità coordinativa è stato in grado non solo di migliorare la capacità di sprintare (analogamente ad allenamenti specifici per la velocità), ma anche di influenzare positivamente la tecnica applicata.

Ciò ribadisce l’importanza dell’allenamento della coordinazione multilaterale come presupposto per lo sviluppo delle qualità atletiche e tecniche, in particolar modo tramite movimenti effettuati in regime di rapidità, anche in età puberale! L’importanza dell’allenamento della coordinazione come presupposto della rapidità è gia stato trattato nella terzo post dedicato alla rapidità.

Per approfondire

CRIOTERAPIA E RECUPERO POST-PARTITA

La Crioterapia consiste nell’immersione del corpo o parti di esso in acqua fredda subito dopo lo sforzo per facilitare il passaggio dalla fase Catabolica a quella Anabolica, accelerando quindi il recupero. Mentre a livello generale questa pratica ha ricevuto diversi consensi scientifici, fino a pochi anni fà ancora poche erano le ricerche effettuate su calciatori. Ascensaao e colleghi applicarono questo protocollo immediatamente dopo una partita a 20 giocatori: 10 di essi si immersero per 10’ in acqua a 10°C (protocollo crioterapico), mentre altri 10 in acqua a temperatura termoneutrale di 35°C (gruppo di controllo). Il gruppo che fece crioterapia, il giorno successivo allo sforzo dimostrò un recupero più veloce, rispetto al gruppo di controllo, delle funzioni neuromuscolari (forza del quadricipite) e del dolore muscolare.

Come gia avviene in altre discipline sportive, anche nel calcio la crioterapia può essere considerato un mezzo che facilita il recupero.

Ovviamente questa pratica è consigliabile a chi ha i mezzi per poterla applicare quasi giornalmente e soprattutto a quelle squadre che effettuano almeno 6 allenamenti a settimana e/o che spesso giocano più di una partita a settimana.

Per approfondire

INDICI DI MATURAZIONE E QUALITA’ NEUROMUSCOLARI

Gia nella quarta parte della valutazione del calciatore avevamo evidenziato come in giovani calciatori la valutazione delle qualità neromuscolari (accelerazione, velocità, RSA) fosse da contestualizzare alla crescita biologica del soggetto. Ad esempio, se 2 soggetti hanno la stessa età cronologica (in base alla data di nascita) e gli stessi parametri di qualità neuromuscolari ma uno dei 2 è biologicamente più “immaturo”, allora probabilmente avrà una riserva di incremento atletico maggiore (perchè più “immaturo” rispetto all’altro) e quindi da adulto potrà essere muscolarmente più performante. Ma quali degli indici di maturazione (visto che sono diversi) possono garantire con maggior fedeltà questo tipo di analisi? In nostro aiuto arriva la ricerca di Mendez-Villanueva e coll (vedi approfondimenti sotto). In un gruppo di calciatori di settore giovanile professionistico di 12-18 anni furono analizzati alcuni parametri neuromuscolari (velocità lanciata, accelerazione sui 20m e RSA) in parallelo ad alcuni indici di maturazione: il risultato fù che il posizionamento di maturazione rispetto alla massima velocità di crescita staturale è l’indice di velocità di crescita che meglio prediceva l’esito dei test neuromuscolari.

Nei settori professionistici, l’esito dei test atletici muscolari dovrebbe essere analizzato parallelamente alla velocità di crescita staturale per avere un’idea dei possibili miglioramenti fisico-atletici che può avere un giovane calciatore.

Ovviamente c’è la necessità di altri studi che confermino l’esito di questa ricerca anche per verificare se esistono Indici di stato più comodi in grado di fornire indicazioni con la stessa accuratezza; infatti, la massima velocità di crescita staturale (cioè di quanti cm si cresce ogni anno) è evidenziabile solo dopo che questa è avvenuta e quindi in grado di essere “contestualizzata” con gli altri test solo nella seconda fase della maturazione (cioè nell’adolescenza).

Per approfondire

 

Autore: Melli Luca allenatore Scuola calcio Audax Poviglio (melsh76@libero.it)

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